Dall’infanzia in Indonesia alla carriera di disegnatore in Olanda
Thé Tjong-Khing nasce a Purworedjo, un piccolo distretto dell’isola di Giava (Indonesia), il 4 agosto 1933, da una grande famiglia cinese – indonesiana. A 23 anni si trasferisce in Olanda per studiare arte, e comincia a guadagnarsi da vivere disegnando fumetti.
La sua carriera di illustratore di libri per bambini prende il via in maniera inaspettata: durante una festa ad Amsterdam conosce uno scrittore, originario come lui dell’Indonesia, che gli chiede di illustrare tutti i suoi libri futuri. E mantiene la parola perché nel corso del tempo arriverà a illustrarne circa trenta! Dal 1970 Thé Tjong Khing è un illustratore freelance creatore di memorabili illustrazioni per autori quali: Guus van Kuijer, Els Pelgrom, Sylvia Vanden Heede e Dolf Verroen. Ha vinto il prestigioso Gouden Penseel (Golden Brush) per tre volte, e nel il Woutertje Pieterse Prijs per il suo libro Tortintavola, ma la torta dov’è? Sempre per Tortintavola si è aggiudicato la Zilveren Penseel ed è stato selezionato per il Deutscher Jugendliteraturpreis nel 2007.
Anche le edizioni italiane dei suoi libri, curate da Beisler Editore, hanno ricevuto premi e riconoscimenti importanti. Tortintavola ha vinto il premio Emanuele Luzzati nel 2012, Bosch è stato finalista al Premio Andersen 2018 nella categoria Senza Parole.
Piene di movimento e di suspense, le sue illustrazioni solleticano la fantasia dei bambini e li stimolano a osservare con la massima attenzione tutti i dettagli e le tante storie che si svolgono parallelamente tra le pagine.
Due chiacchere con Thé Tjong-Khing
Provieni da una famiglia che amava l’arte?
No, a dire il vero in famiglia non si è mai parlato di arte … mio padre era un commerciante. Mi sono interessato all’arte a scuola grazie a un insegnante.
Quando hai capito che saresti diventato un illustratore?
Da bambino amavo soffermarmi a guardare le illustrazioni nei libri per bambini. Potevo rimanere a osservarle a fantasticare per ore … immaginavo di essere proprio dentro le immagini. Se un principe stava combattendo contro un drago, io ero quel principe e cercavo di capire dove avrei potuto conficcare il pugnale per uccidere il nemico. C’era un’illustrazione di un soldato che inseguiva una malvagia regina, e io mi chiedevo come sarebbe andata a finire: la prenderà o riuscirà a scappare? Le gambe del soldato erano più lunghe di quelle della regina, d’altra parte, osservando il velo di lei, si capiva che stava correndo molto velocemente.
Ricordo che ero molto preoccupato, speravo che la regina cattiva venisse catturata, ma mi chiedevo: perché il soldato tiene la mano così in alto? Se l’avesse abbassata, avrebbe potuto facilmente afferrarle l’abito … ragionando ancora: il vestito e il velo della regina svolazzavano più del tessuto sull’elmo del soldato. Ciò significava che lei era più veloce … ma aveva le gambe più corte! Non riuscivo a venirne fuori.
Ricordo che una volta mia madre mi ha chiesto: Khing, perché stai ballando così? Naturalmente non stavo ballando! Guardavo un’ illustrazione di due persone che litigavano e io mi ero completamente immedesimato in uno di loro.
Oltre, che osservare le illustrazioni ti piaceva anche disegnare?
Da bambino copiavo i disegni di Walt Disney, da adolescente le star dei film. Ero un grande fan del cinema. Ho sempre saputo che mi sarei guadagnato da vivere disegnando, ma tutti mi dicevano: come puoi fare soldi illustrando le star del cinema? A 23 anni mi sono trasferito in Olanda per studiare arte, ma non mi piaceva la scuola e ho cominciato a realizzare fumetti per uno studio di Amsterdam. E’stato in questo periodo che ho iniziato a considerare seriamente l’illustrazione.
Come è iniziata la tua carriera di illustratore?
È una domanda che mi fanno spesso … be, posso dire che è cominciata in un modo unico. Vivevo da un paio di mesi ad Amsterdam, quando fui invitato ad una festa. Un uomo si avvicinò e mi chiese perché fossi in Olanda. Gli risposi che ero venuto per disegnare. Lui esclamò: “Ma è fantastico! Io sono uno scrittore, puoi illustrare tutti i miei libri futurI”. E’ andata proprio così. Una settimana dopo il suo editore mi ha chiamato e in effetti ho illustrato tutti i suoi libri, circa 30 … è stato così generoso, penso, perché anche lui è nato e cresciuto in Indonesia.
Perché hai lasciato Giava?
Giava stava diventando indipendente, non c’erano soldi per l’arte né per i libri. E non ci sarebbe stato lavoro per me.
Cosa sognavi di trovare in Olanda?
Non lo sapevo. Era importante lasciare l’Indonesia. Nei Paesi Bassi ci sarebbero state più opportunità e possibilità di guadagnarsi da vivere disegnando, sebbene allora non sapessi come e cosa di preciso.
Perché ami illustrare albi illustrati senza parole?
Perché non sono uno scrittore. Ho molte idee, ma non so scrivere una storia con un inizio una parte centrale e una fine. Da bambino avrei amato questo tipo di libri senza testo, perché mi avrebbero permesso di fantasticare sulle motivazioni che spingono i protagonisti a comportarsi in un certo modo. Negli albi illustrati senza parole evito il più possibile di mostrare le azioni dei personaggi. Ciò che mostro sono le conseguenze delle loro azioni.
Toglici una curiosità: perché ci sono così tante torte nei tuoi libri? Sei goloso di torte?
Sì! Adoro le torte. Posso mangiarne una intera in una volta sola. O meglio, potrei. Perché ora il dottore mi dice che lo zucchero mi fa male. Grrrrr.
Quanto tempo impieghi generalmente a illustrare un libro?
Dipende da quanto sono complesse le illustrazioni. Odio disegnare automobili, biciclette aerei. Quindi, se devo farli, mi ci vuole un sacco di tempo ed energia. Preferisco disegnare esseri viventi. Non mi piace neanche disegnare tavoli e sedie. E infatti, nessuno di queste cose è molto presente nei miei libri!
Cosa ti piace di più del tuo lavoro e cosa di meno?
Mi piace creare illustrazioni sinistre, oscure e minacciose. Anche quando ero piccolo, le immagini dolci e tenere non mi attiravano.
Se non fossi diventato illustratore quale altro mestiere ti sarebbe piaciuto fare?
Sarei nei guai fino al collo, perché non penso di avere altri talenti.
Cosa non può mancare nei tuoi libri?
Qualcosa che agita e strilla!
Nelle tue illustrazioni si ritrova spesso una componente ironica. Perché?
Molti pensano che le mie illustrazioni siano divertenti. Il fatto è che non lo faccio intenzionalmente nei miei libri in realtà tutti sono molto seri in quello che stanno facendo.
Nel tuo albo dedicato a Bosch ci sono diverse scene minacciose e paurose … pensi che i bambini possano spaventarsi?
Senza dubbio alcune illustrazioni potranno risultare forti per certi bambini. Consiglio loro di starne lontano! Questo albo è per tutti quei bambini che sono com’ ero io da piccolo. Io sicuramente lo avrei amato. E in effetti, a pensarci bene, quando illustro, lo faccio pensando al bambino che sono stato.